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Libri, Autografi e Stampe

Friday 16 December 2016, ore 10:30 • Roma

Leopardi, Giacomo

Lettera, 1826

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€ 12.000 - 14.000

In asta Friday 16 December 2016 alle ore 10:30

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Informazioni

Lettera autografa firmata, 2 pp. in 8°, 190 x 260 mm., da Bologna 14 aprile 1826 e indirizzata a Francesco Puccinotti a Macerata, timbri postali al retro, carta filigranata con iniziali CAM, lievi strappetti marginali.
Corrispondente forse tra i meno conosciuti del poeta recanatese, Francesco Puccinotti era nato nel 1794 a Urbino, dove studiò presso gli Scolopi prendendo anche gli Ordini minori per breve tempo. Entrò quindi nel collegio militare di Pavia, per poi studiare medicina a Roma. Dopo la laurea (1816), ottenne il primo incarico da medico nelle campagne laziali, dedicandosi allo studio del tifo petecchiale. Qui conobbe (nel 1812) Giacomo Leopardi, col quale strinse un’intima e profonda amicizia. Nel 1826, Puccinotti si allontanò da Recanati per insegnare Patologia e Medicina legale a Macerata. Pucinotti esaltava le Operette morali, di cui non era riuscito a trovare il saggio pubblicato nell'Antologia, come "il libro della vera sapienza", episodio che qui menzione nella lettera: "poco male che non abbiate letto i miei dialoghi nell'Antologia, tanto più che quel medesimo saggio si ristampa ora a Milano, a parte, e se ne avrò copia, ve ne potrò mandare.(...)" le Operette uscirono di li a poco nel 1827, per i tipi di Stella (vd. lotto 258 della presente asta). Ma il cuore della missiva è nell'ammonizione filosofica che Leopardi gli impartisce, dinanzi alla sua ambizione smodata: "Ma poiché mi tenete per un filosofo, permettete che io vi faccia un'ammonizione filosofica, e che vi riprenda di quella vostra smania di salir più alto. Oltre che ad un saggio, come voi siete, queste cose debbono essere indifferenti; è anche certo che la vostra riputazione non dipende dal posto che siate per occupare, ma dalla vostra scienza e dal vostro ingegno, i quali non mancheranno certamente di levarvi sempre più alto nell'opinione degli uomini, qualunque sia l'ufficio dove voi vi troviate, e senza che perciò dobbiate perdere punto della tranquillità dell'animo (...). Divertente e sfumata la chiusa finale, con chiara allusione giocata sul filo dell'eleganza: "Mi congratulo con voi del nascituro frutto dei vostri délassemens, al quale auguro l'ingegno e la virtù del padre (...)". En passant si menziona un progetto editoriale relativo alla pubblicazione di una nuova versione del De amicitia a cura di Caterina Franceschi, amica di Puccinotti, da proporre a Stella nel piano dell'opera ciceroniana che andava stampando in quegli anni. Giacomo Leopardi, Lettere, Milano, Mondadori, 2006, ne "I Meridiani", n.441. Andrea Trenti, Il Poeta e il Professore - Giacomo Leopardi nel diario di Francesco Puccinotti. Roma, Antonio Delno Editore, 1987.

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